Tassazione Rendite Finanziarie

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Tassazione Rendite Finanziarie

Che cosa sono le rendite finanziarie?

Investire è uno step importante per tutti. Quando investiamo dobbiamo però comprendere non solo i rischi di mercato e degli asset che utilizziamo, ma anche l’impatto delle tasse sui profitti o dividendi che otteniamo dalla nostra attività di investimento.

Le rendite finanziarie sono gli interessi, i dividendi o altri profitti che si ricevono dall’investimento in strumenti finanziari, come azioni, obbligazioni, fondi comuni d’investimento o conti di risparmio. 

Le rendite finanziarie possono essere ricevute in modo regolare, ad esempio sotto forma di interessi su un prestito o di dividendi su azioni, o in modo irregolare, ad esempio quando si vende uno strumento finanziario a un prezzo superiore a quello pagato inizialmente. Si parla in questo caso di Capital Gain o plusvalenza.

Le rendite finanziarie possono essere soggette a tasse, a seconda del tipo di strumento finanziario e del paese in cui si trova l’investitore.

È importante tenere conto delle tasse quando si valuta il rendimento di un investimento. Inoltre, le rendite finanziarie possono essere influenzate da diversi fattori, come l’inflazione, i tassi di interesse e la performance dell’economia.

Tassazione delle rendite finanziarie in base al periodo di possesso

In molti paesi, le rendite finanziarie sono tassate in modo diverso a seconda del tempo di possesso dello strumento finanziario.

Ad esempio, negli Stati Uniti, le plusvalenze realizzate dalla vendita di azioni detenute per meno di un anno (12 mesi) sono tassate come reddito ordinario, mentre quelle realizzate dalla vendita di azioni detenute per più di un anno sono tassate a una aliquota più bassa, nota come “aliquota delle plusvalenze a lungo termine”.

Si parla di “Short Term Capital Gain” e “Long Term Capital Gain”.

Anche in altri paesi esistono regole simili per quanto riguarda la tassazione delle rendite finanziarie in base al tempo di possesso.

Ad esempio, in Italia le plusvalenze realizzate dalla vendita di azioni o altri strumenti finanziari detenuti per più di un anno sono tassate a un’aliquota del 26%. Se invece le azioni o gli altri strumenti finanziari sono stati detenuti per meno di un anno, le plusvalenze sono tassate come reddito ordinario, a un’aliquota che può variare in base al reddito complessivo dell’investitore.

È importante notare che le regole per la tassazione delle rendite finanziarie possono variare notevolmente da paese a paese e possono cambiare nel tempo.

Si consiglia di consultare un commercialista o di informarsi presso l’agenzia delle entrate del proprio paese per conoscere le regole specifiche che si applicano al proprio caso.

Tassazione delle rendite finanziarie a breve termine

In molti Paesi le rendite finanziarie a breve termine, ovvero quelle realizzate dalla vendita di strumenti finanziari detenuti per un periodo di tempo inferiore a un anno, sono tassate come reddito ordinario.

Ciò significa che le plusvalenze realizzate dalla vendita di azioni, obbligazioni o altri strumenti finanziari detenuti per meno di un anno sono incluse nel reddito complessivo dell’investitore e tassate all’aliquota applicabile al reddito di quest’ultimo.

Ad esempio, negli Stati Uniti le plusvalenze a breve termine sono tassate all’aliquota del reddito ordinario dell’investitore, che varia in base al reddito complessivo e al suo stato fiscale. 

È importante notare che le regole per la tassazione delle rendite finanziarie possono variare notevolmente da paese a paese.

Tassazione delle rendite finanziarie a lungo termine

Le rendite finanziarie a lungo termine sono quelle realizzate dalla vendita di strumenti finanziari detenuti per un periodo di tempo superiore a un anno.

Tipicamente sono tassate a un’aliquota inferiore rispetto a quella applicata alle rendite finanziarie a breve termine.

Ciò significa che le plusvalenze realizzate dalla vendita di azioni, obbligazioni o altri strumenti finanziari detenuti per più di un anno sono tassate a un’aliquota più bassa rispetto a quella applicata al reddito ordinario.

Ad esempio, negli Stati Uniti le plusvalenze a lungo termine sono tassate a un’aliquota del 15% per la maggior parte dei contribuenti, mentre per i contribuenti che appartengono a una fascia di reddito più elevata l’aliquota è del 20%.

In Italia, le plusvalenze a lungo termine sono tassate a un’aliquota del 26%.

Tassazione delle rendite finanziarie in base al tipo di strumento

Le tassazioni possono variare in base al tipo di strumento detenuto in portafoglio. Qui analizziamo la tassazione sui diversi tipi di asset.

Tassazione sulle Azioni

Le azioni sono titoli di proprietà che rappresentano una quota di una società. In Italia, la tassazione delle azioni dipende dal tipo di azione e dal soggetto che le detiene.

Per quanto riguarda le azioni emesse da società private, i redditi derivanti dal possesso di questi titoli sono soggetti a tassazione con aliquota del 26% sulle plusvalenze.

Quando guardiamo alle azioni possiamo ottenere due tipi di reddito derivante dall’investimento:

  • Profitto derivante da apprezzamento. Se acquistiamo azioni ad un prezzo e le rivendiamo ad un prezzo superiore, questo capital gain è soggetto a tassazione.
  • Dividendi. I dividendi sono quote dei profitti aziendali che alcune aziende distribuiscono agli investitori. I dividendi in Italia vengono tassati con un’aliquota del 26%.

Tassazione Azioni Italia

Cerchiamo poi di capire altri vincoli e tassazioni relativi ai titoli italiani e a quelli esteri. 

Con il decreto di stabilità di fine 2012, dopo mesi di discussione e un frenetico alternarsi di scenari, è stata introdotta in Italia la Tobin Tax. 

La Tobin Tax è una tassa sulle transazioni finanziarie, che dal 1 marzo 2013 colpirà l’acquisto di azioni italiane la cui capitalizzazione, a novembre 2012, superava i 500 milioni di euro (quindi la gran parte delle Small Cap saranno escluse). 

Da luglio 2013 la tassa colpirà anche i derivati aventi come sottostante azioni ed indici di Borsa italiani (Futures, Cfd, Opzioni, Covered Warrants, Swap, ecc.). Sono invece esenti le obbligazioni, ivi compresi i titoli di Stato, le valute e l’acquisto di azioni estere (quindi, ad esempio, la pagherà chi comprerà azioni Fiat, ma non chi comprerà azioni Apple).

Affinché scatti l’obbligo del pagamento non importa dove è effettuato lo scambio, ma la residenza (italiana) del titolo acquistato.

Sono sottoposte a Tobin tax, con diverse modalità di applicazione, i trasferimenti di proprietà di:

  • Azioni e altri strumenti partecipativi emessi da società residenti nel territorio dello Stato italiano.
  • Derivati aventi come sottostante azioni emesse nel territorio dello Stato italiano.

L’imposta si applica a tutte queste transazioni, anche quando le azioni non sono quotate nei mercati regolamentati.

Tassazione Azione USA

Il mercato americano è il più grande al mondo e attrae anche gli investitori italiani. Bisogna però sapere se ci sono vincoli fiscali dall’investimento in questi mercati. 

I dividendi da società con sede fiscale in America sono generalmente soggetti ad una trattenuta del 15% da parte del fisco americano. Questa tassazione è applicata a tutti i dividendi rilasciati a coloro che detengono le azioni, privati o istituzionali, residenti e non residenti in USA.

Tuttavia grazie ad accordi internazionali contro la doppia tassazione è possibile fare richiesta di rimborso sulla parte di dividendo trattenuta a causa della tassazione americana. Per maggiori informazioni vi consigliamo di contattare uno specialista o commercialista esperto di tassazione.

Tassazione sulle Obbligazioni

Le obbligazioni sono titoli di debito emessi da società o enti pubblici per raccogliere capitali. In Italia, la tassazione delle obbligazioni dipende dal tipo di obbligazione e dal soggetto che le detiene.

Per quanto riguarda le obbligazioni emesse da aziende private (corporate bonds), i redditi derivanti dal possesso di questi titoli sono soggetti a tassazione ordinaria con aliquota del 26%.

Per le obbligazioni emesse da enti pubblici (government bonds), i redditi derivanti dal possesso di questi titoli sono soggetti a una tassazione agevolata, con aliquote fisse del 12,50%. Ricadono nell’ambito di imposta al 12,5% anche gli interessi, se previsti dalla natura dello strumento (come ad esempio gli interessi semestrali dei BTP). 

Per quanto riguarda i soggetti che detengono le obbligazioni, le regole di tassazione possono variare a seconda che si tratti di persone fisiche o giuridiche.

Per le persone fisiche, i redditi derivanti dal possesso di obbligazioni sono soggetti a tassazione ordinaria, mentre per le società i redditi derivanti dal possesso di obbligazioni sono soggetti a tassazione societaria.

Tassazione sui Titoli di Stato: BOT, BTP, CCT, etc.

I titoli di stato sono strumenti finanziari emessi dallo stato o da altri enti pubblici per raccogliere denaro da investitori a scopo di finanziamento. I titoli di stato possono essere tassati in modo diverso a seconda del paese in cui si trovano gli investitori e del tipo di titolo di stato in questione.

In generale, i titoli di stato sono considerati investimenti a basso rischio e quindi il loro rendimento è solitamente inferiore rispetto a quello di altri strumenti finanziari come azioni o fondi comuni di investimento.

Tuttavia, i titoli di stato possono essere una scelta interessante per gli investitori che cercano una fonte di reddito stabile e sicura.

Il Capital Gain sui titoli di Stato, ovvero sui BOT, i BTP, i CCT e i CTZ, beneficia di una tassazione diversa, pari al 12,5%, allo stesso modo dei titoli emessi da enti pubblici come le regioni, le province ed i comuni, delle obbligazioni di organismi internazionali come la World Bank e la BEI.

Negli Stati Uniti, i titoli di stato sono tassati come reddito federale, ma alcuni tipi di titoli di stato, come i titoli di stato delle agenzie governative (Municipal Bonds), sono esenti da tasse statali e locali. 

Tassazione sui Fondi Comuni di Investimento

I fondi comuni di investimento sono strumenti finanziari che raccolgono denaro da molti investitori e lo investono in un portafoglio di asset, come azioni, obbligazioni, titoli di stato e altri strumenti finanziari. I fondi comuni di investimento possono essere tassati in modo diverso a seconda del paese in cui si trovano gli investitori e del tipo di fondo comune d’investimento in questione.

In generale, i fondi comuni di investimento sono soggetti a tasse sui rendimenti che generano, come gli interessi, i dividendi e le plusvalenze realizzate dalla vendita di asset. Le tasse sui rendimenti dei fondi comuni di investimento possono essere pagate dal fondo stesso o dall’investitore, a seconda del tipo di fondo.

In Italia, i fondi comuni di investimento sono soggetti a tassazione sui rendimenti generati, come gli interessi e i dividendi, a un’aliquota del 26%. Le plusvalenze realizzate dalla vendita di asset detenuti per più di un anno sono tassate a un’aliquota del 26%.

Negli Stati Uniti, i rendimenti dei fondi comuni di investimento sono tassati come reddito ordinario per la maggior parte dei contribuenti, a meno che il fondo non sia classificato come “a reddito qualificato”, nel qual caso le tasse sui rendimenti possono essere più basse. 

Tassazione sui Fondi Pensione

In Italia, i fondi pensione sono soggetti a tassazione sui redditi che producono, come ad esempio gli interessi e i dividendi. La tassazione dei fondi pensione dipende dal tipo di fondo pensione a cui si aderisce e dal momento in cui si decide di prelevare i fondi.

I rendimenti maturati dal fondo pensione sono soggetti all’imposta del 20%, che è più favorevole rispetto al 26% applicato alla maggior parte delle forme di risparmio finanziario.

Per quanto riguarda il momento del prelievo, i fondi pensione sono soggetti a tassazione solo al momento del pensionamento, quando il montante accumulato viene trasferito dal fondo all’azienda di assicurazione o alla banca che ha emesso la polizza pensionistica. In questo caso, l’aliquota applicata è del 15%.

È importante notare che le regole sulla tassazione dei fondi pensione possono variare in base alla legge vigente in un dato momento e possono essere soggette a modifiche.

Tassazione dei PIP (piano individuale pensionistico)

I PIP (Piani Individuali Pensionistici) sono un tipo di prodotto finanziario a lungo termine che permette di accumulare risparmi per la pensione. In Italia, la tassazione dei PIP dipende dal tipo di PIP sottoscritto e dal momento in cui si decide di prelevare i fondi.

Il PIP beneficia anche di una tassazione agevolata sul capital gain. I rendimenti generati dall’investimento saranno tassati al 20% e non al 26% come gli altri investimenti.

Per quanto riguarda il momento del prelievo, i PIP sono soggetti a tassazione solo al momento del pensionamento, quando il montante accumulato viene trasferito dal PIP all’azienda di assicurazione o alla banca che ha emesso la polizza pensionistica. In questo caso, l’aliquota applicata è del 15%.

È importante notare che le regole sulla tassazione dei PIP possono variare in base alla legge vigente in un dato momento e possono essere soggette a modifiche. Si consiglia di verificare sempre l’attualità delle disposizioni fiscali e di rivolgersi a un professionista qualificato per ricevere consulenza specifica sulla tassazione dei PIP.

Le Minusvalenze

Le minusvalenze sono perdite che un investitore subisce quando il valore di una attività finanziaria, come ad esempio un’azione o un’obbligazione, diminuisce rispetto al prezzo di acquisto. Ad esempio, se si acquista un’azione per 100 euro e poi il valore dell’azione scende a 80 euro, l’impresa ha subito una minusvalenza di 20 euro.

Le minusvalenze possono essere utilizzate per compensare le plusvalenze ottenute in altre attività finanziarie, riducendo così il reddito imponibile dell’investitore. Tuttavia, le minusvalenze non possono essere utilizzate per compensare i redditi da lavoro o da attività diverse dalle attività finanziarie.

Nel caso in cui venga conseguita una minusvalenza è possibile utilizzarla per abbattere la tassazione di eventuali plusvalenze future. La minusvalenza genera infatti un credito fiscale che può essere recuperato dalle plusvalenze che vengono conseguite nello stesso anno e/o nei successivi 4 anni.

Tuttavia non sempre è possibile recuperare le minusvalenze. Esistono infatti degli strumenti finanziari che non permettono di recuperarle, si tratta di quelli che, secondo il fisco italiano, generano i cosiddetti “redditi di capitale” come ad esempio gli Etf, i fondi comuni di investimento, i dividendi delle azioni e le cedole delle obbligazioni. Le minusvalenze sono invece compensabili per gli strumenti che generano” redditi diversi” ovvero azioni, obbligazioni, Etc, Etn, futures e certificates.

Come si pagano le tasse sulle rendite finanziarie?

Secondo legislazione sulla tassazione del capital gain in Italia, esistono tre tipi di regimi fiscali che si differenziano tra loro principalmente su chi ha l’onere di pagare le imposte, sulla gestione delle minusvalenze e delle plusvalenze e su quando si paga l’imposta sul capital gain.

  • Regime Amministrato
  • Regime Gestito
  • Regime Dichiarativo

Regime Amministrato

Nel regime amministrato l’onere di pagare le tasse ricade sull’intermediario che agisce da sostituto d’imposta.

Questo vuol dire che l’intermediario avrà l’onere di calcolare e pagare l’imposta e all’investitore verrà accreditato al momento della vendita solo il risultato netto della gestione. 

Il pagamento dell’imposta segue il cosiddetto principio di cassa e viene dunque applicata al momento del realizzo, ovvero al momento della vendita del singolo asset o strumento finanziario.

Regime Gestito

Il regime gestito è un regime, come nel caso del regime amministrato, nel quale l’intermediario agisce da sostituto d’imposta. 

La principale differenza tra i due regimi sta nel fatto che il regime gestito si applica alla totalità della gestione, ovvero alla totalità dei titoli gestiti per proprio conto dall’intermediario (e non rispetto al singolo titolo). 

All’imposta si applica il regime di competenza, ovvero l’eventuale imposta sul capital gain viene applicata ad eventuali plusvalenze maturate durante il periodo fiscale (ovvero alla differenza fra il valore della gestione all’inizio e alla fine dell’anno solare), al netto di commissioni e altre spese legate alla gestione. 

Se il risultato della gestione è negativo, la minusvalenza vale come credito d’imposta per i quattro anni successivi.

Regime Dichiarativo

Insieme a questi due regimi esiste il regime dichiarativo, nel quale l’investitore si occupa di dichiarare eventuali plusvalenze e minusvalenze in sede di dichiarazione dei redditi.

In base al tipo di regime l’investitore deve scegliere il broker anche in base al tipo di tassazione fornita dalla controparte.

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