Il Bitcoin ha attratto investitori retail e istituzionali specialmente dopo la pandemia del 2020.
Investire è questione di psicologia. Questo lo abbiamo detto spesso, è importante non farsi prendere dall’euforia quando entriamo nei mercati.
Cavalcare il mercato è possibile, ma è un’attività che richiede costanza, studio e soprattutto tempo.
Per la maggior parte degli investitori, il modo migliore è investire creando un asset allocation. Se poi si hanno delle view di mercato, si può modificare il portafoglio prendendo più esposizione verso le asset class che vi interessano.
Facciamo un esempio pratico, e creiamo un portafoglio diviso in quattro sezioni:
- 50% Mix di Azioni
- 30% Mix di Obbligazioni
- 10% Materie Prime
- 10% Bitcoin
Se la nostra view è che Bitcoin ha potenziale futuro, possiamo aumentare la posizione in Bitcoin del 5% e ridurre del 5% un’altra sezione del portafoglio, per esempio le azioni.
In questo modo il nostro portafoglio ha più esposizione verso Bitcoin ma allo stesso tempo ci stiamo proteggendo nel caso la view non funzioni.
Investire in un modo molto concentrato va fatto solo quando si capiscono veramente i pro ed i contro dell’asset. Questa settimana, ci concentreremo su Bitcoin. Un asset che abbiamo nel portafoglio da diversi anni.
I ritorni del Bitcoin
Non ci sono dubbi che Bitcoin da quando è uscito il White Paper di Satoshi abbia avuto dei ritorni stratosferici.
Per un Millennial questo è l’asset di una vita. O meglio, la nostra generazione non aveva mai visto un asset class raggiungere questi ritorni. In questo grafico potete vedere i ritorni di Bitcoin contro il dollaro.
Mettiamo a confronto anche i ritorni dell’oro e dell’indice S&P 500.


Cosa dicono i modelli?
Per quelli che ci seguono da un pò, in passato abbiamo parlato ed intervistato Plan B al Sole 24 ore. Plan B è diventato famoso grazie al suo modello stock to flow. In pratica il concetto di Stock to Flow ci spiega come Bitcoin sia come l’oro: raro. Come ci ha dimostrato Plan B, questa sua qualità ha un valore.
Saifedean Ammous, quando parla dell’oro, ci mostra perché esso è diverso dalle altre materie prime. La produzione di oro non può mai essere tanta da condizionare il suo prezzo. Oppure, la nuova produzione di oro non è in grado di condizionare il prezzo dell’oro. La riserva di oro presente sulla Terra (riserva intesa come l’oro già estratto dalle miniere), è notevolmente maggiore rispetto alla produzione.
Ecco perché l’oro ha una bassa elasticità di prezzo. Questo è lo stock to flow di diverse materie prime. Come potete vedere l’oro regna incontrastato, perché ci vorrebbero 62 anni di produzione per arrivare alla riserva attuale di oro.
Nel platino per esempio ce ne vogliono solo 0,4 anni. Bitcoin al momento ha uno Stock to Flow di 25, che lo piazza tra l’oro e l’argento.

Se volete leggere di più sul suo modello potete trovarlo su Twitter @100trillionUSD.
Infine, l’arrivo dei fondi istituzionali è molto bullish per Bitcoin. Abbiamo parlato di questo tema al Sole 24 Ore.
Vi è poi la tecnologia. Perché Bitcoin non è solo una moneta, ma anche un sistema di pagamento. E più passa il tempo più diventa inevitabile che i pagamenti saranno digitali. Bitcoin è sicuramente all’avanguardia da questo punto di vista.
Ora vediamo quali sono i rischi sui ritorni di Bitcoin
Molti credono che Bitcoin non sia una moneta perché non ha valore nell’economia reale. Finché una moneta non ha un valore nell’economia reale non può essere considerata una moneta.
Un altro problema è quello che molti definiscono un vantaggio: la scarsità. Vista la scarsità per proprietari di grandi somme di Bitcoin vi potrebbero essere problemi di liquidità quando l’asset viene venduto in grandi somme. Inoltre movimenti di importanti quantità di Bitcoin possono muovere il mercato, rendendolo volatile.
In effetti, vi è il rischio che muovendo grandi quantità di Bitcoin uno speculatore possa monopolizzare il mercato a suo favore, quello che viene chiamato “cornering the market”.
Quindi come vedete, Bitcoin è un asset molto interessante e con grande potenzialità.
Ma non è risk free. Gli asset risk free non esistono. Come abbiamo spiegato all’inizio, quando investite fatelo sempre diversificando, e se decidete di concentrare il vostro portafoglio, fatelo in assets che conoscete soprattutto i rischi, in modo tale da capire qual’è il vostro potenziale di perdita che nel nostro corso chiamiamo potential drawdown.