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Obbligazioni. Cosa sono?

Che cos’è una Obbligazione?

Le Obbligazioni, chiamate anche bond, non sono altro che prestiti che il bond holder (detentore di obbligazione) fa al bond issuer (emittente di obbligazioni). Quando il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) , ad esempio, emette un BOT (Buoni ordinari del Tesoro), il MEF è il bond issuer e l’investitore il bond holder.

L’investitore si assume il rischio che il MEF non paghi gli interessi e nel peggiore dei casi il proprio capitale iniziale.

Chi emette le Obbligazioni?

Le Obbligazioni sono utilizzate da Governi e aziende per finanziare costi operativi o progetti futuri. Uno Stato può emettere bonds per finanziare un’opera pubblica, migliorare la sanità o le infrastrutture. Un’azienda emette un bond per investire in nuovi prodotti, progetti e crescere il proprio business.

Mentre in un BOT il bondholder prende il rischio che il governo non lo ripaghi, nei corporate bond, ad esempio, le varie FIAT o Pirelli diventano bondholder.

Supponiamo che la FIAT voglia sviluppare un nuovo stabilimento con il costo di 1 milione di euro. Per finanziare quest’opera emette 100 bond con valore di 10.000 Euro cadauno.

Questo valore viene chiamato face value. Il bondholder sceglie un tasso di interesse ad esempio del 4% annuale (generalmente scelto in base al mercato) chiamato anche coupon, che verrà pagato per un periodo ad esempio di 5 anni. Se tutto va bene, alla fine di questo periodo il bondholder riceverà il face value più il valore dell’interesse annuale per cinque.

La differenza tra Azioni e Obbligazioni

La principale differenza tra Azioni e Obbligazioni è il livello di rischio. Le azioni, a differenza di obbligazioni sono più rischiose. Quando investiamo in un’azione di un’azienda, stiamo prendendo quello che si chiama equity risk.

L’equity risk è più rischioso del credit risk, perché gli investitori in obbligazioni (che assumono un credit risk), hanno il diritto a ricevere l’interesse, mentre gli investitori in equity hanno il diritto a ricevere dividendi ma i dividendi non sono sicuri come l’interesse. Detto ciò investire in azioni ha un upside.

Che vuol dire?

Vuol dire che se l’azienda opera meglio delle aspettative, il mercato dovrebbe ricompensare con un aumento del prezzo. Quest’aumento del prezzo ricompensa gli azionisti. Dall’altra parte, i detentori di obbligazioni non hanno un upside. Solo il diritto a ricevere il loro capitale iniziale con gli interessi.

Le caratteristiche delle Obbligazioni

Una Obbligazione ha le seguenti caratteristiche:

Face Value o valore nominale. Rappresenta il valore del bond alla sua scadenza. È valore nominale sul quale vengono calcolati gli interessi.
Coupon o Cedola. Rappresenta l’interesse che l’issuer pagherà all’investitore. Se il face value è di 1000 $ e il coupon è del 5%, il detentore del bond riceverà 50 $ all’anno per ogni 1000 $ investiti.
Coupon Frequency. Rappresenta la frequenza del pagamento delle cedole. Alcuni bond pagano cedole semestrali altri trimestrali.
Maturity o data di scadenza. In questa data l’issuer restituisce il face value all’investitore.
Prezzo di emissione. Rappresenta il prezzo di emissione. Si parla di “prezzo par” quando il bond viene emesso a 100. Il bond può essere emesso a 100 ma anche sopra e sotto il par price.
Rendimento o Yield to Maturity (YTM). I bond vengono quotati in prezzi ma anche in rendimenti. Il rendimento è il ritorno che il bond ci darà alla sua scadenza.
Duration. Misura il tempo che servirà per recuperare la metà del present value di tutti i futuri cash flow (pagamenti) dell’obbligazione. È un concetto importante in quanto la duration è anche una misura di sensibilità del prezzo del bond nei confronti dei tassi di interessi. Per esempio, un’obbligazione con 10 anni fino alla scadenza ed un coupon di 7% trading at par con yield a 7% ha una duration di 7.35 anni. Uno con yield di 6 una duration di 7.46.
Rating. Il rating è un modo per misurare il rischio di credito di un bond. I rating sono assegnati dalle agenzie di rating. Le principali sono Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch.

I tipi di Obbligazioni

Ci sono due tipi di obbligazioni principali:

Titoli Statali o Governativi (Government Bonds). Sono emessi dagli Stati. Nel caso degli USA vengono chiamati Treasuries o Treasury Bonds. Nel caso dell’Italia abbiamo i BOT o i BTP, ne parleremo più in dettaglio nelle prossime sezioni.
Titoli Corporate o Corporate Bonds. Sono emessi da aziende che preferiscono o integrano questo tipo di finanziamento con un prestito bancario.
Esistono poi varie forme di obbligazioni a seconda delle loro caratteristiche:

Zero-coupon Bonds sono titoli che non pagano una cedola o interesse e sono emessi ad un prezzo più basso del prezzo par. L’investitore otterrà il suo rendimento una volta giunta la scadenza. I titoli di stato americani sono zero coupon bonds.
Obbligazioni a tasso fisso sono titoli che mantengono fisso il tasso di interesse per tutta la durata del prestito.
Obbligazioni a tasso variabile sono titoli con cedola variabile a seconda di vari parametri. Per esempio molte obbligazioni sono collegate all’andamento dell’Euribor a 3 o 6 mesi.
Convertible Bonds convertono un’obbligazione in equity se si verificano alcune condizioni prestabilite. Una di queste condizioni è il prezzo. Un’azienda può decidere di emettere un convertible bond e convertirlo a un determinato strike price.
Callable Bonds offrono la possibilità all’issuer di chiamare o ritirare il bond prima della scadenza. Prendiamo il caso di un’azienda che emette un bond a 10% per 10 anni. Un’azienda chiama il suo bond se vi sono degli eventi che aumentano o abbassano i tassi d’interesse. Questa obbligazione è più rischiosa per un investitore.
Puttable Bonds permettono all’investitore di rivendere il bond all’azienda prima della scadenza.

Le Obbligazioni e la relazione con i Tassi di Interesse

I tassi d’interesse non sono altro che l’interesse che il bond issuer deve pagare al bondholder durante la maturità del titolo.

Capire la relazione tra obbligazioni e tassi di interessi ci può aiutare a calcolare i rischi di investire in obbligazioni. Che cosa condiziona i tassi d’interesse che si pagano su un titolo? Ecco una lista dei fattori più importanti:

• La strategia delle banche centrali, che hanno il potere di alzare e abbassare i tassi d’interesse;
• La domanda e offerta all’interno del mercato;
Il rischio che il bond issuer vada in bancarotta;
• La maturità del titolo;
• La cessione di garanzia (solitamente prestiti che hanno un collaterale sottostante dovrebbero avere un tasso d’interesse minore).

Ma perché sono così importanti i tassi d’interesse, e perché se ne parla tanto negli ultimi anni?

Cerchiamo di semplificare ed arrivare al nocciolo della questione. I tassi d’interesse, quelli che muove la BCE, sono importanti perché condizionano il valore del denaro. Abbassando i tassi, le banche centrali diminuiscono o aumentano il nostro potere d’acquisto.

Quindi, se un titolo che vale ad esempio mille Euro ci frutta 30 euro all’anno per tre anni (3%), ed i tassi d’interesse scendono, quel titolo aumenta di valore. Il titolo vale di più perché il suo coupon è più alto rispetto a un nuovo titolo che avrà un tasso d’interesse minore grazie alla politica monetaria della banca centrale.

Cosa succede se i Tassi di Interesse salgono?

Se i tassi di interessi salgono il valore di mercato o il prezzo dei bond scende. Facciamo un esempio.

Se abbiamo un corporate bond con un coupon del 3% e i tassi di interesse governativi salgono dal 3% al 4%, ora il nostro bond appare meno attrattivo agli investitori che saranno disposti a pagare meno per il nostro bond.

Cosa succede se i Tassi di Interesse scendono?

Se i tassi di interessi scendono il valore di mercato o il prezzo dei bond sale. Questo perché aumenteranno il numero di compratori che saranno disposti ad acquistare il nostro bond con un coupon superiore rispetto a bond simili che stanno per essere emessi e condizionati dai tassi attuali. Facciamo un esempio.

Se abbiamo un corporate bond con un coupon del 3% e i tassi di interesse governativi scendono dal 3% al 2%, ora il nostro bond appare più attrattivo agli investitori. L’aumento della domanda farà aumentare il prezzo del bond.

Relazione inversa tra Prezzo e Interesse di un Bond

Una volta che la Tesoreria emette un BOT al 3% per 10 anni s’impegna a pagare quel tasso di interesse per l’intera scadenza. Quel tasso d’interesse non cambierà mai.

Lo yield di un titolo non è altro che il rendimento ricevuto da un titolo se si mantiene fino alla scadenza (in questo caso il 3%). Ogni titolo ha poi il suo prezzo di mercato, quello che abbiamo chiamato face value. E fino a qui ci siamo. La complicazione subentra quando il titolo può essere comprato e venduto sul mercato secondario. Il prezzo di mercato del titolo e lo yield condizionano il valore del titolo nel mercato.

Usiamo questo BOT ipotetico:
Face Value: EUR 1000 – Coupon: 3% – Scadenza: 3 anni

Sul mercato secondario, il face value può oscillare, per vari fattori, e l’investitore può acquistare lo stesso BOT con face value diversi. Se il prezzo di mercato sale, l’investitore sarà costretto ad acquistare il titolo ad un prezzo maggiore, il che condizionerà lo yield, questo è detto anche comprare “a premio”. Se invece avrà la fortuna di comprarlo “a sconto”, lo yield migliorerà. Nell’esempio abbiamo i tre differenti yield in base al prezzo iniziale dell’acquisto del bond (face value o PAR):
Di recente, i prezzi dei bond sono andati ai massimi storici (gli yield ai minimi). Per questo motivo molte obbligazioni europee come i Bund tedeschi hanno uno yield negativo.

Generalmente, i prezzi delle obbligazioni aumentano quando gli investitori cercano investimenti sicuri. In questi periodi, mentre i prezzi delle obbligazioni aumentano, quelli delle azioni scendono a picco. Gli investitori pensano che il mercato delle obbligazioni sia sempre un passo avanti.

E molti temono che stia prevedendo il peggio. Se ciò fosse vero, sarebbe meglio che da investitori ci allacciamo le cinture di sicurezza e facciamo in modo che il nostro portafoglio sia ben diversificato prima della prossima correzione di mercato.
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