Come il Coronavirus ha condizionato l’Economia
Nel 2020 abbiamo assistito ad una Crisi Finanziaria. Gli investitori stanno comparando questa crisi alla Crisi Economica del 2008, ma è sbagliato per diversi motivi:
• Il 2008 era una crisi circoscritta al sistema bancario ed immobiliare, questa crisi è più acuta
• Perché questa volta è fondamentale che il bail out vada al popolo e non solo alle banche e le corporation?
Nel 2020 abbiamo assistito a mesi che sono stati tra i più difficili della nostra storia, da un punto di vista finanziario e sanitario. Quello che è succedendo, verrà studiato dai nostri figli, dai loro e così via. Il mercato finanziario è andato in caduta libera. Da Gennaio 2020 per i mesi successivi i maggiori indici hanno perso oltre il 20%.
Siamo passati da un mercato che cresceva senza motivo, a un mercato che ora sembra scendere senza fine. In questo scenario, molti cercano paragoni per dare un senso a questi eventi.
È normale, in casi estremi come “i cigni neri” gli investitori si aggrappano al passato per spiegare cosa potrebbe succedere in futuro. E quindi si comincia a paragonare questa crisi a quella del 2008. Che vi siano delle similitudini è normale, ogni crisi ha qualche cosa in comune. Ma la veritá é che le due crisi sono molto diverse da un punto di vista fondamentale.
• Il 2008 era una crisi circoscritta al sistema bancario ed immobiliare, questa crisi è più acuta
• Perché questa volta è fondamentale che il bail out vada al popolo e non solo alle banche e le corporation?
Nel 2020 abbiamo assistito a mesi che sono stati tra i più difficili della nostra storia, da un punto di vista finanziario e sanitario. Quello che è succedendo, verrà studiato dai nostri figli, dai loro e così via. Il mercato finanziario è andato in caduta libera. Da Gennaio 2020 per i mesi successivi i maggiori indici hanno perso oltre il 20%.
Siamo passati da un mercato che cresceva senza motivo, a un mercato che ora sembra scendere senza fine. In questo scenario, molti cercano paragoni per dare un senso a questi eventi.
È normale, in casi estremi come “i cigni neri” gli investitori si aggrappano al passato per spiegare cosa potrebbe succedere in futuro. E quindi si comincia a paragonare questa crisi a quella del 2008. Che vi siano delle similitudini è normale, ogni crisi ha qualche cosa in comune. Ma la veritá é che le due crisi sono molto diverse da un punto di vista fondamentale.
La Grande Crisi Finanziaria del 2008
Nel 2008 le banche hanno avuto una strategia imprudente particolarmente nel settore immobiliare americano. Come si dice a Wall Street sono andate “risk on immobiliare”. Tramite i famigerati derivati chiamati Credit Default Swaps hanno spostato ingenti capitali in questo settore.
Il problema è che questi capitali sono arrivati a individui che non avevano capacità di ripagare. Ed è così che hanno gonfiato la bolla speculative finché come tutte le bolle é scoppiata.
Ora il problema principale del 2008 era il sistema Bancario: un settore che viene definito sistemico. Se il sistema bancario cessa di essere, finisce la disponibilità di credito, e quando si prosciuga il credito, le aziende e gli individui non hanno più possibilità di avere accesso a prestiti e si ferma tutto. Ora guardiamo cosa è successo nel 2020.
Il problema è che questi capitali sono arrivati a individui che non avevano capacità di ripagare. Ed è così che hanno gonfiato la bolla speculative finché come tutte le bolle é scoppiata.
Ora il problema principale del 2008 era il sistema Bancario: un settore che viene definito sistemico. Se il sistema bancario cessa di essere, finisce la disponibilità di credito, e quando si prosciuga il credito, le aziende e gli individui non hanno più possibilità di avere accesso a prestiti e si ferma tutto. Ora guardiamo cosa è successo nel 2020.
Crisi Finanziaria 2020 – The All Crisis
A Dicembre del 2019, a Wall Street si è sentito parlare per la prima volta di COVID-19, un virus che ai tempi non spaventava più di tanto i mercati, perché sembrava circoscritto alla Cina.
Un paio di mesi dopo siamo qui, anche a New York in quarantena, cercando di capire quanto durerà. Nel frattempo i mercati hanno sniffato l’impatto di questo virus sull’economia reale e stanno crollando trainati dalla gravità. In questo scenario, i primi settori che sono andati in crisi sono quello aereo, alberghiero, navi da crociera, il turismo in generale. In questo periodo nessuno ha voglia di ficcarsi in un aereo o peggio in una nave da crociera.
Un paio di mesi dopo siamo qui, anche a New York in quarantena, cercando di capire quanto durerà. Nel frattempo i mercati hanno sniffato l’impatto di questo virus sull’economia reale e stanno crollando trainati dalla gravità. In questo scenario, i primi settori che sono andati in crisi sono quello aereo, alberghiero, navi da crociera, il turismo in generale. In questo periodo nessuno ha voglia di ficcarsi in un aereo o peggio in una nave da crociera.
Le differenze tra le due crisi
Nel 2008 la crisi fu trainata dal sistema finanziario che come avevamo detto era un settore sistemico. In questi casi, la crisi assomiglia a un infarto, perché non appena chiudono le banche si prosciuga il credito e gli effetti nel sistema si vedono immediatamente. Le aziende non possono rifinanziare, così come gli individui. Nonostante ciò, il problema è ben conosciuto e circoscritto a un settore.
Il malato può essere curato ricapitalizzando ed iniettando liquidità nelle banche. Nel caso del 2020, questa crisi é un po’ più acuta, perché questa malattia attacca il paziente pian piano come un tumore.
All’inizio non sembra avere effetto sull’economia, ma quando raggiunge la massa critica diventa un problema molto serio. A causa del COVID-19, le economie locali e nazionali hanno chiuso. Basti vedere l’Italia e la chiusura delle frontiere da parte di vari paesi. Il prossimo step sarà un problema di credito. Più specificamente, individui non saranno in grado di ripagare i loro prestiti, mutui e persino affitti. E quando parlo di affitti parlo di affitti residenziali quanto commerciali come i ristoranti che sono in quarantena.
Il malato può essere curato ricapitalizzando ed iniettando liquidità nelle banche. Nel caso del 2020, questa crisi é un po’ più acuta, perché questa malattia attacca il paziente pian piano come un tumore.
All’inizio non sembra avere effetto sull’economia, ma quando raggiunge la massa critica diventa un problema molto serio. A causa del COVID-19, le economie locali e nazionali hanno chiuso. Basti vedere l’Italia e la chiusura delle frontiere da parte di vari paesi. Il prossimo step sarà un problema di credito. Più specificamente, individui non saranno in grado di ripagare i loro prestiti, mutui e persino affitti. E quando parlo di affitti parlo di affitti residenziali quanto commerciali come i ristoranti che sono in quarantena.
La Bolla Finanziaria del 2020
Il Coronavirus COVID-19 ha un merito, non discrimina, tocca ricchi, poveri e persino i potenti. A inizio 2020 è atterrato negli States. Non ha risparmiato nessuno. Nemmeno i mercati che sono ormai in panic mode e risk off (risk on = appetito per investire, risk off= il contrario).
Gli avvoltoi girano sulle carcasse dei mercati, i Bears che aspettavano questo crollo hanno iniziato le loro short positions (quando compri FIAT perché credi che il prezzo salga, vai long. Quando vendi perché credi che scenda vai short). Ecco il grafico della S&P 500, indice che segue le aziende più capitalizzate d’America.
Gli avvoltoi girano sulle carcasse dei mercati, i Bears che aspettavano questo crollo hanno iniziato le loro short positions (quando compri FIAT perché credi che il prezzo salga, vai long. Quando vendi perché credi che scenda vai short). Ecco il grafico della S&P 500, indice che segue le aziende più capitalizzate d’America.

Hedge Funds storici come Bridgewater di Ray Dalio miliardario americano e tra quelli che aveva beneficiato dalla crisi del 2008, sono in recovery mode. Le strategie Risk Parity (come quella di Ray) che avevano un track record impeccabile, hanno sofferto perdite oltre il 40%.
Questa strategia molto in voga, era un’alternativa a quella tradizionale del 60/40 dove 60% dei portafogli è in azioni ed il rimanente 40% in obbligazioni.
La Risk Parity distribuiva gli assets in base al loro rischio, quindi aveva una posizione più alta in obbligazioni e oro, visti come assets più sicuri. In pratica, secondo la Risk Parity, quando crolla il mercato azionario, quello delle obbligazioni e dell’oro dovrebbe andare al contrario e minimizzare le perdite. Questo è quello che successe nel 2008 durante la Crisi Economica del 2008, quando Ray fu uno dei pochi a guadagnare durante il massacro della crisi finanziaria. Allora questa volta cos’è andato storto?
Questa strategia molto in voga, era un’alternativa a quella tradizionale del 60/40 dove 60% dei portafogli è in azioni ed il rimanente 40% in obbligazioni.
La Risk Parity distribuiva gli assets in base al loro rischio, quindi aveva una posizione più alta in obbligazioni e oro, visti come assets più sicuri. In pratica, secondo la Risk Parity, quando crolla il mercato azionario, quello delle obbligazioni e dell’oro dovrebbe andare al contrario e minimizzare le perdite. Questo è quello che successe nel 2008 durante la Crisi Economica del 2008, quando Ray fu uno dei pochi a guadagnare durante il massacro della crisi finanziaria. Allora questa volta cos’è andato storto?
La Bolla Speculativa del Debito
Dopo il 2008, la Federal Reserve e altre banche centrali hanno letteralmente inondato il mercato di liquidità a praticamente 0% di interesse.
Questa liquidità ha spinto i mercati sempre più in alto fino al summit di poche settimane fa. Come dice sempre Stanley Drunkenmiller uno degli investitori storici di Wall Street follow the liquidity e never fight the Fed. In pratica, significa vedi cosa fa la Fed ed investi di conseguenza.
Allo stesso tempo, gli investitori che hanno la memoria corta hanno ripetuto gli stessi errori che hanno sempre commesso nel corso della storia: si sono indebitati fino al collo. Convinti che i mercati non sarebbero più crollati (tipico commento che si sente all’apice del ciclo economico), hanno usato debito per aumentare il loro potere d’acquisto.
Per esempio se ho 10 dollari e investo 10 dollari, il mio peggior risultato è la perdita di 10 dollari. E fin qui l’equazione è abbastanza semplice.
Se invece mi indebito che succede?
I miei 10 diventano 20. Quindi riesco a comprare altre azioni per 10, ovvero i miei 10 più i 10 della banca o broker. Finché il mercato sale tutto bene aumento le mie entrate, ma dal momento che la legge di gravità entra in azione, la mia situazione si complica. Facciamo un esempio reale per capire la leva ed il concetto fondamentale dei margin calls.
Partiamo da un esempio senza leva, prendiamo l’indice S&P500 come esempio. E prendiamo come esempio un prezzo di circa 2300 dollari. Se compro un’azione dell’ S&P 500 per 2300 dollari, ed il prezzo dell’ S&P 500 scende del 10% il nuovo prezzo dello S&P 500 sarà di 2070.
In questo caso avrei perso circa 230 dollari. Ora usiamo lo stesso esempio con leva. Se investiamo in un future sull’S&P 500 possiamo usare leva 50 volte (indebitarsi per 50 volte il prezzo dello S&P500).
Quindi in questo caso un contratto sarebbe di 2300 * 50 = 115.000 dollari. Questo sarebbe il valore della mia posizione. Se il prezzo cade del 10%, non perdo più solo i 230 ma perdo il 10% di 115.000 ovvero 11.500 dollari.
Ora cerchiamo di capire perché i margini sono molto importanti quando usiamo leva. L’investitore deve innanzitutto pagare quello che si chiama initial margin, una piccola somma (solitamente 5/10% del contratto) per poter entrare nella transazione.
Vi è poi il secondo margine che è, quello più problematico: il variation margin. Esso rappresenta il valore minimo in cash necessario per tenere aperta la posizione. Se a seguito di perdite la nostra somma di denaro sul conto diminuisce, il broker è tenuto a iniziare la margin call o contattarci per aggiungere cash e tenere aperta la posizione.
Questo è quello che sta succedendo oggi, gli investitori non riescono a coprire le margin call con i loro cash nel conto.
Questa liquidità ha spinto i mercati sempre più in alto fino al summit di poche settimane fa. Come dice sempre Stanley Drunkenmiller uno degli investitori storici di Wall Street follow the liquidity e never fight the Fed. In pratica, significa vedi cosa fa la Fed ed investi di conseguenza.
Allo stesso tempo, gli investitori che hanno la memoria corta hanno ripetuto gli stessi errori che hanno sempre commesso nel corso della storia: si sono indebitati fino al collo. Convinti che i mercati non sarebbero più crollati (tipico commento che si sente all’apice del ciclo economico), hanno usato debito per aumentare il loro potere d’acquisto.
Per esempio se ho 10 dollari e investo 10 dollari, il mio peggior risultato è la perdita di 10 dollari. E fin qui l’equazione è abbastanza semplice.
Se invece mi indebito che succede?
I miei 10 diventano 20. Quindi riesco a comprare altre azioni per 10, ovvero i miei 10 più i 10 della banca o broker. Finché il mercato sale tutto bene aumento le mie entrate, ma dal momento che la legge di gravità entra in azione, la mia situazione si complica. Facciamo un esempio reale per capire la leva ed il concetto fondamentale dei margin calls.
Partiamo da un esempio senza leva, prendiamo l’indice S&P500 come esempio. E prendiamo come esempio un prezzo di circa 2300 dollari. Se compro un’azione dell’ S&P 500 per 2300 dollari, ed il prezzo dell’ S&P 500 scende del 10% il nuovo prezzo dello S&P 500 sarà di 2070.
In questo caso avrei perso circa 230 dollari. Ora usiamo lo stesso esempio con leva. Se investiamo in un future sull’S&P 500 possiamo usare leva 50 volte (indebitarsi per 50 volte il prezzo dello S&P500).
Quindi in questo caso un contratto sarebbe di 2300 * 50 = 115.000 dollari. Questo sarebbe il valore della mia posizione. Se il prezzo cade del 10%, non perdo più solo i 230 ma perdo il 10% di 115.000 ovvero 11.500 dollari.
Ora cerchiamo di capire perché i margini sono molto importanti quando usiamo leva. L’investitore deve innanzitutto pagare quello che si chiama initial margin, una piccola somma (solitamente 5/10% del contratto) per poter entrare nella transazione.
Vi è poi il secondo margine che è, quello più problematico: il variation margin. Esso rappresenta il valore minimo in cash necessario per tenere aperta la posizione. Se a seguito di perdite la nostra somma di denaro sul conto diminuisce, il broker è tenuto a iniziare la margin call o contattarci per aggiungere cash e tenere aperta la posizione.
Questo è quello che sta succedendo oggi, gli investitori non riescono a coprire le margin call con i loro cash nel conto.
Che succede quindi quando abbiamo leva ed il mercato crolla?
Da investitori o copriamo la margin call con fondi nostri oppure la banca o broker può liquidare (vendere) le nostre posizioni. Ed è quello che è successo, si è innescata una catena di vendite e rincorsa alla liquidità.
Da una parte abbiamo visto gli intermediari che hanno venduto le posizioni dei loro clienti che non riuscivano a coprire le margin calls, in modo da salvaguardare le loro linee di credito. Dall’altra abbiamo visto investitori che pur di non chiudere le loro posizioni hanno venduto asset molto più liquidi come l’oro per pagare i brokers.
Molti, nelle ultime due settimane, si sono chiesti perché l’oro è sceso insieme a tutti gli altri assets. Questo è il motivo principale. Nella prima fase del crollo, gli investitori vendono anche l’oro per liquidità e facendo così crollare il prezzo dell’oro. Questo non è un meccanismo nuovo. In generale questo succede quasi sempre.
Ma nelle fasi successive, l’oro poi comincia a salire e mostra le sue caratteristiche da safe heaven. Va anche detto che al momento, non sembra che gli hedge funds siano entrati in posizioni lunghe nell’oro. Gli hedge funds sono momentum traders e stanno aspettando il momentum per entrare. Quando arriverà il momento giusto, gli hedge funds andranno lunghi e questo spingerà il prezzo dell’oro.
Qui vediamo un grafico che mette a confronto l’andamento dello S&P500 dal 2000 ad oggi.
Da investitori o copriamo la margin call con fondi nostri oppure la banca o broker può liquidare (vendere) le nostre posizioni. Ed è quello che è successo, si è innescata una catena di vendite e rincorsa alla liquidità.
Da una parte abbiamo visto gli intermediari che hanno venduto le posizioni dei loro clienti che non riuscivano a coprire le margin calls, in modo da salvaguardare le loro linee di credito. Dall’altra abbiamo visto investitori che pur di non chiudere le loro posizioni hanno venduto asset molto più liquidi come l’oro per pagare i brokers.
Molti, nelle ultime due settimane, si sono chiesti perché l’oro è sceso insieme a tutti gli altri assets. Questo è il motivo principale. Nella prima fase del crollo, gli investitori vendono anche l’oro per liquidità e facendo così crollare il prezzo dell’oro. Questo non è un meccanismo nuovo. In generale questo succede quasi sempre.
Ma nelle fasi successive, l’oro poi comincia a salire e mostra le sue caratteristiche da safe heaven. Va anche detto che al momento, non sembra che gli hedge funds siano entrati in posizioni lunghe nell’oro. Gli hedge funds sono momentum traders e stanno aspettando il momentum per entrare. Quando arriverà il momento giusto, gli hedge funds andranno lunghi e questo spingerà il prezzo dell’oro.
Qui vediamo un grafico che mette a confronto l’andamento dello S&P500 dal 2000 ad oggi.

Questo indebitamento forsennato che abbiamo avuto negli ultimi dieci anni, aiuta il mercato a salire velocemente, perché gli investitori comprano di più grazie alla leva. Però quando il mercato gli va contro, la vendita forzata accentua la caduta del mercato. In questo momento, stiamo assistendo a quello che gli economisti chiamano deleveraging (riduzione della leva finanziaria).
È un processo se vogliamo di purga che riprezza i mercati in base a fondamentali e non a livelli di debito. Per fondamentali intendo, comprare un’azienda per quello che produce, per i propri bilanci d’esercizio e per la valutazione fondamentale, che non è altro che la strategia che usa Warren Buffett.
Quest’ultimo, con i suoi 120 miliardi in cash si sta preparando a comprare le aziende che lui ritiene abbiano un valore intrinseco minore al valore di mercato.
È un processo se vogliamo di purga che riprezza i mercati in base a fondamentali e non a livelli di debito. Per fondamentali intendo, comprare un’azienda per quello che produce, per i propri bilanci d’esercizio e per la valutazione fondamentale, che non è altro che la strategia che usa Warren Buffett.
Quest’ultimo, con i suoi 120 miliardi in cash si sta preparando a comprare le aziende che lui ritiene abbiano un valore intrinseco minore al valore di mercato.
Perché non è solo colpa del Coronavirus COVID-19?
Che il COVID-19 sia responsabile di questo andamento dei mercati non vi è dubbio. Ma il COVID-19 non è stato altro che lo spillo nella bolla finanziaria che si era creata dal 2008 a oggi. Senza il virus, magari il crollo non sarebbe stato così poderoso e veloce, ma sarebbe arrivato comunque.
Oggi gli investitori hanno due problemi principali, uno come abbiamo detto prima è la memoria corta, bastava leggere qualche articolo sulle crisi degli ultimi 30 anni per capire che anche questa era inevitabile. Ma da investitori preferiamo le belle notizie e soprattutto guadagnare. La seconda è che da investitori ci comportiamo come un branco di pecore.
Abbiamo quello che in America si chiama FOMO the fear of missing out, se tutti usano leva, perché devo essere l’unico a non farlo? Negli ultimi anni molti hanno criticato Buffett per aver accumulato tanto cash invece che investire.
Alcuni l’hanno accusato di aver perso the edge. La verità è che Buffett non è uno dei migliori della storia per caso. Buffett al contrario degli altri valuta i suoi investimenti non emotivamente, ma in base a quello che gli rendono. Lui compra solo se crede che il valore di quell’ asset è adeguato o meno. Per questo motivo che negli ultimi anni ha fatto fatica a comprare, perché il mercato aveva raggiunto prezzi fuori dal reale. Alcune azioni venivano acquistate semplicemente perché erano Technology Stocks (settore in voga negli ultimi 10 anni), senza pensare ai fondamentali.
Aziende che non fatturano avevano valutazioni alle stelle e questo è sempre un indizio di cose brutte a venire. Warren dice “solo quando la marea scende scopri chi stava nuotando nudo”.
Su Twitter, spesso vedo domande di risparmiatori ed investitori che chiedono se abbiamo toccato il fondo. Quello non lo può sapere nessuno. Credo che vi siano due concetti che il mercato deve capire bene prima di ripartire. Uno, quanto debito vi è in questo mercato?
Capire quando raggiungeremo una situazione dove non vi saranno più vendite forzate causate da margin calls.
Due, dobbiamo capire l’entità di questo virus e quanto realmente condizionerà le economie. Perché se le economie si fermano, le aziende non produrranno, e quando arriveranno i risultati trimestrali il crollo continuerà.
Da Italiano ed investitore in questo momento ho due obiettivi, seguire costantemente questo grafico nella speranza che il contagio diminuisca. E due, valutare quelle aziende, che saranno le prime a riportare su il mercato quando tutto ripartirà (perché ripartirà). La Borsa di Milano sarà pure caduta, ma è solo come il virus, un momento temporaneo.
Oggi gli investitori hanno due problemi principali, uno come abbiamo detto prima è la memoria corta, bastava leggere qualche articolo sulle crisi degli ultimi 30 anni per capire che anche questa era inevitabile. Ma da investitori preferiamo le belle notizie e soprattutto guadagnare. La seconda è che da investitori ci comportiamo come un branco di pecore.
Abbiamo quello che in America si chiama FOMO the fear of missing out, se tutti usano leva, perché devo essere l’unico a non farlo? Negli ultimi anni molti hanno criticato Buffett per aver accumulato tanto cash invece che investire.
Alcuni l’hanno accusato di aver perso the edge. La verità è che Buffett non è uno dei migliori della storia per caso. Buffett al contrario degli altri valuta i suoi investimenti non emotivamente, ma in base a quello che gli rendono. Lui compra solo se crede che il valore di quell’ asset è adeguato o meno. Per questo motivo che negli ultimi anni ha fatto fatica a comprare, perché il mercato aveva raggiunto prezzi fuori dal reale. Alcune azioni venivano acquistate semplicemente perché erano Technology Stocks (settore in voga negli ultimi 10 anni), senza pensare ai fondamentali.
Aziende che non fatturano avevano valutazioni alle stelle e questo è sempre un indizio di cose brutte a venire. Warren dice “solo quando la marea scende scopri chi stava nuotando nudo”.
Su Twitter, spesso vedo domande di risparmiatori ed investitori che chiedono se abbiamo toccato il fondo. Quello non lo può sapere nessuno. Credo che vi siano due concetti che il mercato deve capire bene prima di ripartire. Uno, quanto debito vi è in questo mercato?
Capire quando raggiungeremo una situazione dove non vi saranno più vendite forzate causate da margin calls.
Due, dobbiamo capire l’entità di questo virus e quanto realmente condizionerà le economie. Perché se le economie si fermano, le aziende non produrranno, e quando arriveranno i risultati trimestrali il crollo continuerà.
Da Italiano ed investitore in questo momento ho due obiettivi, seguire costantemente questo grafico nella speranza che il contagio diminuisca. E due, valutare quelle aziende, che saranno le prime a riportare su il mercato quando tutto ripartirà (perché ripartirà). La Borsa di Milano sarà pure caduta, ma è solo come il virus, un momento temporaneo.