Cosa è successo nel 2008?
In questo articolo parleremo della Crisi Economica 2008. Il 2008 per noi è un anno molto particolare. Perché è l’anno in cui siamo entrati nel mondo della finanza.
Siamo stati iniziati da una delle crisi peggiori della storia. Abbiamo passato i primi due anni ristrutturando transazioni e salvaguardando liquidità. Questo è stato un periodo molto difficile che però ci ha fortemente formato.
Ci ha inculcato l’importanza del risk management. Perché in un bull market tutti possono essere guru della finanza. Ma quello che conta davvero è come ti fai trovare nei momenti di crisi.
Come diceva un dei nostri primi capi “once shit hits the fan all you have left is your documentation”. Quindi mentre da una parte è stato un momento molto difficile per i mercati, l’economia e la società, dall’altra parte ci ha mostrato subito la parte brutta del mondo dell’investimento, e per questo motivo ci ha reso degli investitori migliori.
Ma cosa è successo?
In quest’articolo analizzeremo quello che è successo nella Grande Crisi Finanziaria del 2008.
Il Problema con il livello del debito
Post 2000, la Federal Reserve per far ripartire l’economia e i mercati è intervenuta abbassando i tassi d’interesse. L’obiettivo come in ogni politica monetaria espansiva era quella di aiutare la ripresa espandendo il livello del debito.
Quando i tassi si abbassano, individui ed aziende sono incentivati a spendere accedendo al mercato del credito. Quindi dal 2000 al 2008 abbiamo visto un’espansione progressiva del debito nelle economie.
Facendo così però la Fed risolse il problema della bolla del 2000, creandone un’altra. Così sia il mercato che l’economia reale cominciarono a sfornare dati positivi.
Il problema della leva finanziaria
La leva finanziaria è un’arma a doppio taglio. Nei bull market aiuta ad aumentare i nostri ritorni, ma in una crisi, peggiora sostanzialmente il crollo.
All’inizio delle riprese nel 2000, la leva aiutò ad aumentare il prezzo degli asset. Il valore dell’immobiliare spinto da una leva eccessiva raggiunse livelli molto alti. L’accesso al credito era molto facile. Le banche dalla loro parte, aiutarono ad iniettare debito nell’economia senza però tener conto del risk management.
Tramite strutture di derivati crearono una bolla nel settore immobiliare americano. Il rischio di credito e di default vennero ignorate, anche quando il debitore non era ovviamente in una posizione di sostenere il livello della leva che gli veniva offerto.
Crisi Economica 2008: I Credit Default Swaps (CDS) e i Subprime Mortgages
Per capire quello che è successo nel 2008 dobbiamo un attimo capire come era strutturato il sistema immobiliare americano. Il governo americano in passato creò due organizzazioni finanziarie che come le banche potevano vendere i mutui che avevano creato.
Queste agenzie che creavano questo mercato secondario sono Fannie Mae e Freddie Mac. Nel 1960 divennero private. Nel ‘90 queste due agenzie si rifiutarono di lavorare con banche che non offrivano mutui in parti svantaggiate del paese.
In breve Fannie Mae e Freddie Mac, incoraggiavano le banche a prendere rischi maggiori offrendo delle garanzie sul credito del compratore. Questi mutui vennero rinominati subprime mortgages.
Il problema dei subprime era poi incrementato dal fatto che il tasso d’interesse dovuto sotto i subprime era molto alto. Questo aumenta il rischio di non pagamento (risk of default).
Per le banche questo non era veramente un problema. Il loro obiettivo era quello di creare il più alto numero possibile di mutui per poi poterli vendere a Fannie Mae e Freddie Mac.
Ogni volta che le banche emettevano un nuovo mutuo ricevevano una commissione, questa commissione era più alta per i subprime.
Allo stesso tempo Fannie e Freddie cominciarono a creare delle securities strutturate, dove l’asset sottostante diventava il mutuo prime e subprime. In breve, questi prodotti subprime entrarono nel mercato mascherati sotto forma di prodotti con un livello di rischio minore.
Questi prodotti si chiamano Mortgage Backed Securities o “MBS” creati grazie a un processo di securitization.
Questo mercato continuò a crescere, il che portò a un aumento del rischio nel mercato. Nacquero così i CDS o Credit Default Swap che non erano altro che una forma di assicurazione nel caso vi fossero perdite nel subprime.
La storia la conosciamo ormai tutti ed è stata anche raccontata nel film “The Big Short”. In effetti, durante questo periodo si creò un incentivo perverso da parte di tutti i partecipanti. L’obiettivo era quello di emettere più subprime possibili per poi raggrupparli un securities.
Essendo l’immobile il sottostante, i partecipanti forse ingenuamente pensarono che il prezzo degli immobili non sarebbe mai crollato. Sappiamo tutti com’è andata.
Il 2007: i primi segni di rischi sistemici nel settore immobiliare
Nel 2007 si cominciarono a vedere i primi pignoramenti che cominciarono ad incidere sui bilanci delle banche che a quel punto erano diventate “too big too fail”.
I primi Hedge Funds cominciarono a saltare. Anche se la volatilità era ancora bassa, a Wall Street e a Londra, le banche cominciarono a quantificare l’entità del problema, anche se tuttavia non si poteva immaginare cosa sarebbe successo.
A quel punto la Federal Reserve cominciò ad abbassare i tassi d’interesse e Bear Stearns, banca storica di Wall Street, fu acquistata quasi in 24 ore da JPMorgan Chase.
Il crollo di Lehman Brothers
Entrammo in ufficio subito dopo l’acquisto di Bear Stearns. Anche se il problema si stava aggravando, le ripercussioni non erano ancora presenti nell’economia reale.
Ad Agosto del 2008, la Federal Reserve cominciò ad iniettare liquidità nel sistema. Il mese dopo ci fu la bancarotta di Lehman Brothers che scioccò il mondo (12 Settembre 2008).
Questo evento fu l’apice delle Crisi Economica 2008. La Fed decise di non salvare Lehman Brothers anche perché non aveva ancora un programma per gestire i default delle banche.
Questo fu uno dei momenti critici della crisi. L’incertezza, non sapendo chiaramente dov’erano i rischi nel sistema, accelerò il processo di vendita degli asset, creando un blocco del sistema finanziario.
Il mercato cominciò a crollare mentre la Federal Reserve e la Tesoreria cercavano di convincere il congresso ad approvare la TARP (Troubled Asset Relief Program) per gestire gli asset cosiddetti tossici.
A Novembre 2008 inizio ufficialmente il Quantitative Easing (QE), per poter fermare il processo di deleveraging (crollo del mercato) che era in atto. Cominciarono a stampare dollari. Questa politica monetaria aiutò a creare liquidità nel settore bancario.
Il quale era il vero problema, avendo pesantemente investito nel settore immobiliare sotto forma di derivati. Il problema derivava dalla valutazione degli assets sui loro bilanci.
Essendoci confusione su quali asset erano buoni e quali no vi fu una crisi di fiducia tra le banche che smisero di prestarsi soldi a vicenda, non sapendo quale banca sarebbe saltata.
L’intervento della Fed aiutò a riportare la liquidità nel settore finanziario. E nel 2012 circa 4 anni dopo la caduta di Lehman, nell’economia reale si cominciò a vedere una ripresa.