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Gli ETF

Che cosa sono gli ETF?

Un ETF o Exchange Traded Fund è un fondo di gestione passiva che replica un indice ma viene negoziato come un titolo azionario. Gli ETF uniscono i vantaggi del fondo e dei titoli azionari in un unico strumento finanziario.

Ti danno la possibilità di prendere esposizione a un indice di riferimento. Per esempio, vi sono ETF che coprono il FTSE MIB indice delle aziende più grandi per capitalizzazione Italiane o l’indice S&P 500, le 500 aziende più grandi per capitalizzazione americane.

In poche parole, se compriamo la FIAT, abbiamo un’esposizione ben precisa alla FIAT. Con un ETF possiamo comprare la FIAT più altre aziende Italiane tutte in un indice e diversificare il nostro rischio.

Come funzionano gli ETF

Gli ETF in quanto strumenti di gestione passiva, devono replicare un indice di riferimento o un benchmark. Ad oggi esistono diversi tipi di ETF. Tra i più utilizzati abbiamo:

ETF Azionari che seguono indici azionari di riferimento (Ftse Mib, S&P 500, Dax, Nikkei)
ETF di Paesi che seguono l’andamento dei titoli dei vari Paesi (Mercato Americano, Developed, Emerging Market, BRIC)
ETF Settoriali che seguono l’andamento del settore (Finanziario, Tecnologia, Utility)
ETF Obbligazionari che investono in panieri di bonds replicando un indice sul Fixed Income
ETF sulle materie prime che replicano l’andamento del prezzo, come per esempio ETF sul petrolio o sull’Oro.
ETF sul Real Estate anche chiamati REIT ETF su valute (EurUsd, EurGbp, etc.)
ETF Inversi che seguono l’andamento contrario di un indice. Per esempio se volessimo vendere il mercato americano (termine tecnico:shortare), per farlo potremmo comprare un ETF Short S&P.
ETF con leva sono strumenti che replicano l’andamento di un indice o mercato ma utilizzando la leva. Possono avere una leva 2X o 3X dell’indice. Per esempio l’ETF con ticker SPXL è un fondo con leva che replica l’andamento del S&P 500 con una leva a 3X. Se l’indice S&P 500 ha una performance dell’1%, il fondo con leva a 3X avrà una performance del 3%. Se vuoi saperne di più leggi quest’articolo sui vari tipi di ETF.

Cosa significa la gestione passiva?

Investire passivamente é una strategia a lungo termine che ignora i movimenti di mercato a breve e medio termine. Questa strategia é anche conosciuta come “buy and hold”.

La strategia investe in strumenti low cost, ed evita di comprare e vendere estensivamente. In questo modo riduce le tassazioni e ci da la possibilità di investire in un portafoglio ben diversificato da diverse asset class che non sono correlate.

L’investitore passivo non cerca di battere il mercato ma semplicemente di ottenere il ritorno del mercato al costo più basso. Questo é esattamente l’opposto dell’ active management, la strategia dei gestori finanziari.

Differenza tra gestione attiva e gestione passiva

Il gestore che segue una strategia di gestione attiva ha l’obiettivo di battere il ritorno del mercato. Per capirci meglio, se l’indice S&P 500 ha un ritorno annuale del 7%, il gestore per avere successo dovrà ottenere un ritorno maggiore all’ 7%. Il gestore non si limita necessariamente a comprare l’indice S&P 500 per raggiungere il suo obiettivo. Ogni fondo ha diverse strategie. Alcuni vanno lunghi, altri shortano. Alcuni si specializzano su settori particolari. Il gestore, grazie ad un team di analisti, cerca inefficienze in titoli o altre asset class per ottenere rendimenti più alti del mercato.

A differenza della gestione attiva, nella strategia passiva, il fondo compra tutti i titoli delle aziende di un indice. Se usiamo l’esempio di prima, il fondo comprerà ogni titolo dell’ S&P 500 nella stessa proporzione. Per esempio, se Apple rappresenta il 10% dell’indice S&P 500, il fondo comprerà Apple nella stessa proporzione. Il fondo passivo molte volte utilizza programmi e algoritmi per poter seguire l’andamento dell’indice di riferimento. A differenza del fondo attivo non necessita un team di analisti, e per questo motivo ha costi molto più bassi.

I vantaggi di investire in ETF

Investire utilizzando gli ETF offre diversi vantaggi:

• Investire in un indice intero o un paniere di titoli.
Diversificazione. Ci permette di investire in mercati o assets a volte difficili da raggiungere. Attraverso gli ETF possiamo investire in mercati esteri come la Cina o il Brasile o in asset come le materie prime.
Liquidità. Gli ETF così come le azioni sono liquidi e ci permettono di entrare in posizioni anche intraday.
Costi di gestione molto bassi. Gli ETF hanno costi di gran lunga più bassi rispetto ai fondi gestiti.
Investimento minimo. Essendo scambiati come le azioni, gli ETF hanno un taglio minimo molto basso per ogni tipo di investitore.
Dividendi. Gli ETF pagano dividendi

Gli svantaggi di investire in ETF

Gli ETF però possono presentare anche alcuni svantaggi:

• Essendo strumenti di gestione passiva, seguono esattamente l’andamento del mercato. Non avendo a disposizione dei gestori attivi, se il mercato crolla, anche l’ETF seguirà questo andamento. Nei periodi di crollo il gestore attivo può utilizzare tecniche per proteggere il capitale del fondo – anche se questo non è garantito.
• Alcuni ETF specialmente quelli tematici o che seguono mercati esteri secondari possono presentare problemi di liquidità e offrire uno spread bid/ask più alto.

I costi degli ETF

Investire in ETF comporta due costi principali:

Costi di transazione. Come abbiamo detto gli ETF vengono scambiati in borsa come le azioni. Ogni broker applicherà diversi costi di transazione a seconda del mercato. Da valutare è importante anche lo spread tra il bid e l’ask applicato dal broker.
Costi di gestione. Così come i fondi gestiti anche gli ETF presentano dei costi di gestione in base al capitale investito. Questi costi sono di gran lunga ridotti rispetto al gestore. Vediamo come nella sezione successiva.

Fondi Gestiti vs ETF

Nel grafico sottostante mettiamo a confronto i ritorni e i costi di un ETF e quattro fondi gestiti. Tutti questi fondi replicano l’andamento del mercato Americano.
Come potete vedere, l’ETF ha un costo prettamente inferiore ai gestori. L’ETF capitalizza molto più velocemente grazie al costo inferiore delle commissioni. L’ETF rispetto al migliore gestore, guadagna circa €1.640 in più.

È importante anche analizzare alcune statistiche:
• Nel 2019 solo il 29% dei Fondi Gestiti negli USA ha battuto il mercato di riferimento o il loro benchmark.
• Secondo un articolo della CNBC se prendiamo un orizzonte a 10 anni solo il 15% dei fondi gestiti batte il mercato e se prendiamo un orizzonte temporale a 15 anni questo numero scende all’8%.

Che cosa significa questo? Ciò significa che attraverso gli ETF possiamo nella maggior parte dei casi ottenere risultati migliori dei gestori con un costo fortemente più basso. Da investitore a lungo termine non è importante avere il timing perfetto di entrata perchè questo è molto difficile. La cosa fondamentale è essere nel mercato per capitalizzare e guadagnare a lungo termine.

Quando conviene usare un gestore attivo

Come abbiamo detto più volte in questo articolo. Uno degli obiettivi principali di un risparmiatore è quello di investire nel modo meno costoso in modo da capitalizzare nella maniera più efficiente possibile. Quindi gli ETF in questo senso sono i prodotti migliori.

Se investiamo nell’indice S&P 500, non ha alcun senso pagare delle commissioni alte ad un gestore. Va però sottolineato, che investire con un gestore in alcuni casi ha senso.

Per esempio se vogliamo bilanciare il nostro portafoglio con strategie diverse da quelle tradizionali un fondo gestito è l’opzione più adatta. Prendiamo il caso di un fondo long/short [link articolo sole], può essere un ottimo hedge per il nostro portafoglio.

Non esistono però ETF che riproducono questo tipo di strategia, perché complicata e non riconducibile ad un indice. Per questo motivo, pagare una commissione più alta per avere accesso ad una strategia non disponibile via ETF è consigliabile.

La tassazione sugli ETF

In Italia, gli ETF sono sottoposti al regime fiscale e sono soggetti ad un’aliquota sostitutiva del 26% sia per il Capital Gain che per i dividendi. Ci sono però alcuni ETF che investono in titoli pubblici italiani ed equiparati e derivanti da titoli pubblici di Stati esteri appartenenti alla cosiddetta White List sono soggetti ad un’aliquota del 12,50%.

Abbiamo scritto un articolo sulla Tassazione delle Rendite Finanziarie.

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